La cura di un figlio
Sono la madre di tre figli che orami sono grandicelli e come tutte le madri ho cercato e cerco di offrire loro il meglio. Per ognuno di noi questo è un concetto del tutto soggettivo, diciamo allora che ho cercato di crescerli nel modo più naturale ed armonico possibile.
I bambini piccoli, come gli animali, non sono in grado di descrivere l’insorgere di un disturbo, non parlano: piangono, si lamentano e basta lasciando il compito a noi genitori di cercare di capire cosa sia successo e come aiutarli. Non è un compito semplice, soprattutto con il primo figlio che ci trova un po’ impreparati... come ho sempre detto: nonostante abbia spinto a lungo… è nato senza libretto d’istruzioni!
Le mie armi segrete per risolvere qualsiasi situazione erano due: un balsamo dall’odore un po’ forte che tenevo sempre in borsetta e che spalmavo sui miei figli qualsiasi fosse la causa (dal livido alla puntura di insetto) rassicurandoli che con quella medicina sarebbe passato tutto e poi una vasta scelta di cerotti colorati di diverse forme, in grado di trasformare qualsiasi ferita in un’opportunità di avere un bellissimo cerotto da sfoggiare con orgoglio. Poi dei bei sorsi d’acqua (per obbligarli a normalizzare la respirazione e smettere di piangere) il tutto sigillato dal famoso “bacio taumaturgo della mamma” e in pochi minuti si tornava a sorridere, anche nelle situazioni più serie.
Ma al di là di aneddoti e strategie c’è stato da parte mia un gran investimento di studio su come favorire la salute dei bambini.
Ad esempio la scelta di tessuti naturali da indossare sulla pelle così sensibile del neonato, l’attenzione alla loro delicata termoregolazione, perché se usano energia per generare calore ne rimane di meno per la loro crescita, almeno fintanto che non iniziano a muoversi.
L’attenzione per i tessuti ed i colori della culla, il passaggio delicato dal mondo ovattato della vita intrauterina a quello esterno, l’allattamento al seno e tanti piccoli rimedi naturali per alleviare i disturbi tipici dell’infanzia.
Poi con lo svezzamento la scelta di pappette fatte rigorosamente in casa a base di verdura fresca, frutta e farine biologiche.
Ho sostenuto una gravidanza seguendo un regime alimentare vegetariano, ho allattato da vegetariana, ho svezzato e cresciuto 3 figli vegetariani fintanto che lo hanno voluto essere. Ad ogni gravidanza ho vissuto il disappunto dei medici, che poi immancabilmente dovevano ricredersi davanti all’evidente benessere mio e dei miei figli.
Ho sempre cercato di utilizzare rimedi naturali: l’omeopatia offre delle valide alternative al paracetamolo ed agli antibiotici, se utilizzata con giudizio. E’ importante poi ricordare che la febbre è l’arma migliore che il nostro organismo ha a disposizione per eliminare i virus, quindi è saggio lasciare che la febbre faccia il suo corso per garantire una rapida guarigione piuttosto che abbassarla. Certamente va tenuta monitorata ma non eliminata senza motivo. La febbre è anche un aiuto quando spuntano i dentini perché la mucosa gengivale è più morbida a causa della temperatura più elevata e quindi il processo sarà meno doloroso.
Ho trovato un valido aiuto per la crescita armonica dei miei figli nei principi della pedagogia steineriana che ho cercato di applicare al meglio, bilanciando a casa carenze artistiche e manuali che emergevano dal programma della scuola statale. Ho curato la scelta di giochi e letture per favorire il loro sviluppo sensoriale e morale attraverso i racconti. Ho scandito ritmi per sostenere il loro corpo vitale. Mi sono impegnata ad essere coerente, etica e giusta. Ho educato all’apertura e all’accoglienza, al perdono e al rispetto.
Anche nella tumultuosa fase dell’adolescenza l’approccio steineriano si è rivelato un valido sostegno.
L’adolescenza in pillole?
Continuare a fargli sentire che sono amati ed apprezzati anche davanti alle cose che fanno e che riteniamo stupide, ragionare assieme a loro ponendo domande invece che dare risposte e giudizi ed infine parlargli sempre con lo stesso rispetto che esigiamo per noi da parte loro.
Non sono stata perfetta e nemmeno loro sono perfetti, ma ritengo di aver fatto tutto ciò che potevo e ne sono felice, vedendo come continuano a sbocciare.